Pantelleria dice si al naturismo
Quando l’autunno è ormai alle porte arriva una splendida notizia per il naturismo italiano. Il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gabriele ha revocato l'ordinanza del 17 luglio 1982 firmata dal suo predecessore Giovanni Petrillo. L'ordinanza vietava non solo il nudo integrale, ma anche il topless, descrivendo in maniera offensiva i seni nudi delle donne (“stomachevoli escrescenze carnose flaccide e bislunghe”).
La notizia è stata pubblicata dall’ANSA il 17 settembre, periodo in cui per molte regioni italiane l’estate è già chiusa, ma non per un isola come Pantelleria, la quale si trova più vicina all’Africa che alla Sicilia, e le temperature miti si riscontrano per quasi tutto l’anno.
Nella nuova ordinanza il sindaco Gabriele scrive che “Considerato che l'isola è meta di un flusso turistico internazionale, espressioni di più culture e nazionalità, con stili di vita differenziati - scrive - questa Amministrazione ritiene di considerevole interesse per l'isola di Pantelleria, garantire a tutti la pluralità e il rispetto delle proprie scelte, in forza di una tradizione di apertura e di presenze turistiche internazionali oramai consolidata, senza recinti e improbabili tabù d'ogni genere. L'Isola appartiene al mondo. Il senso civico delle persone fa la differenza dice Gabriele, sono intervenuto perché questa era un'ordinanza discriminante.
Se mi fossi accorto prima di questa irrazionale ordinanza, che è fuori dai tempi e dalla storia, l'avrei già revocata. Ciò che fa specie non è il tema del nudismo ma quello della totale assenza del pluralismo.
Peccato che Petrillo non c'è più – conclude il sindaco – perché gli avrei chiesto come mai e quale fu la ratio di quell'ordinanza". La revoca di questa ordinanza rappresenta un traguardo storico per il naturismo italiano, perché è il primo caso in cui si può praticare naturismo non perchè vi è un ordinanza che lo permette, bensì perché viene abrogata un ordinanza che lo vieta, unico ostacolo alla pratica naturista.
Tutto ciò prova che in Italia non vi è nessuna legge che vieti il naturismo, che il naturismo non è un reato, quindi è inutile far approvare leggi a livello regionale dove si attribuisce ai sindaci il potere di decidere se e dove è possibile praticare naturismo. Dovrebbe essere questa la strada da intraprendere per cambiare realmente la situazione del naturismo italiano.
Tutta l’UNS è orgogliosa che questa nuova prospettiva sulla pratica naturista sia partita dall’estremo sud e si augura che in tutta l’Italia si diffonda una mentalità del genere, cioè praticare naturismo perché non è vietato dalla legge e non perché vi è un sindaco che decide se una spiaggia è naturista o no.
Nella nuova ordinanza il sindaco Gabriele scrive che “Considerato che l'isola è meta di un flusso turistico internazionale, espressioni di più culture e nazionalità, con stili di vita differenziati - scrive - questa Amministrazione ritiene di considerevole interesse per l'isola di Pantelleria, garantire a tutti la pluralità e il rispetto delle proprie scelte, in forza di una tradizione di apertura e di presenze turistiche internazionali oramai consolidata, senza recinti e improbabili tabù d'ogni genere. L'Isola appartiene al mondo. Il senso civico delle persone fa la differenza dice Gabriele, sono intervenuto perché questa era un'ordinanza discriminante.
Se mi fossi accorto prima di questa irrazionale ordinanza, che è fuori dai tempi e dalla storia, l'avrei già revocata. Ciò che fa specie non è il tema del nudismo ma quello della totale assenza del pluralismo.
Peccato che Petrillo non c'è più – conclude il sindaco – perché gli avrei chiesto come mai e quale fu la ratio di quell'ordinanza". La revoca di questa ordinanza rappresenta un traguardo storico per il naturismo italiano, perché è il primo caso in cui si può praticare naturismo non perchè vi è un ordinanza che lo permette, bensì perché viene abrogata un ordinanza che lo vieta, unico ostacolo alla pratica naturista.
Tutto ciò prova che in Italia non vi è nessuna legge che vieti il naturismo, che il naturismo non è un reato, quindi è inutile far approvare leggi a livello regionale dove si attribuisce ai sindaci il potere di decidere se e dove è possibile praticare naturismo. Dovrebbe essere questa la strada da intraprendere per cambiare realmente la situazione del naturismo italiano.
Tutta l’UNS è orgogliosa che questa nuova prospettiva sulla pratica naturista sia partita dall’estremo sud e si augura che in tutta l’Italia si diffonda una mentalità del genere, cioè praticare naturismo perché non è vietato dalla legge e non perché vi è un sindaco che decide se una spiaggia è naturista o no.