APPUNTI DI STORIA
14° Congresso Mondiale INF 1974 fu formulata la definizione di NATURISMO: “il naturismo è un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente”.
SI OSSERVI CHE LA PRATICA DELLA NUDITA E’ LA BASE FONDAMENTALE DEL NATURISMO. Nota – per chi fosse interessato a conoscere i precursori e gli avversari del movimento naturista si rimanda alle opere di Daniele Agnoli: Storia del Naturismo in Italia, Storia del Naturismo in Francia, Storia del Naturismo in Germania e alla sua opera principale “NATURISMO”.
SI OSSERVI CHE LA PRATICA DELLA NUDITA E’ LA BASE FONDAMENTALE DEL NATURISMO. Nota – per chi fosse interessato a conoscere i precursori e gli avversari del movimento naturista si rimanda alle opere di Daniele Agnoli: Storia del Naturismo in Italia, Storia del Naturismo in Francia, Storia del Naturismo in Germania e alla sua opera principale “NATURISMO”.
Le origini del movimento in Italia risalgono a Ernesto Guido Gorischegg 1901-1988 nato in Austria ma naturalizzato triestino, sposato con una signora di Bassano del Grappa. Sullo stesso piano il dott. Bruno Zucculin di Roma che conobbe il naturismo fin dal 1916.
Di Unione Naturista Italiana se ne parla sul Corriere della Sera del 6 ottobre 1930 dove si legge che il naturismo porta necessariamente al nudismo. L’avv. Prof. Lamberto Paoletti 1881-1954 ideò e costituì l’Unione Naturista Italiana UNI e fondò l’organo ufficiale “L’idea Naturista”, e nel 1933 scrisse “Naturismo: Arte del Vivere” la sua più importante opera.
Un anelito Naturista indirizzato verso la cultura del corpo orientato verso la rigenerazione della razza, che nulla ha che vedere con il nudismo, è comparso nel pensiero di Mussolini che aveva bisogno di gente sana e sobria…. La sfasatura con il suo naturismo Paoletti la capì e mantenne il suo movimento estraneo al regime e ne conservò l’indipendenza.
Nel dopoguerra il naturismo italiano fu la fede di pochi iniziati e il miracolo economico poco ha giovato al movimento. Il consumismo, il permissivismo poco hanno contribuito a far capire i contenuti dell’idea. Anche la liberazione dei costumi messa in atto nel 1968 e altre ideologie, nulla ebbero a che fare con il naturismo italiano (anche se alcuni lo pensarono).
Lo stesso presidente della FFN su La Vie Au Soleil n°39 lug/ago 1975 diceva che “la liberazione dei costumi non è un fenomeno naturista… ognuno è consapevole di ciò che fa e si prenda le proprie responsabilità…. il naturismo ha carattere familiare e questo deve essere rispettato”. In Italia si deve aggiungere che appena saputo del rinascere del naturismo molti orientamenti di non distinti sogni di libertà pensarono di trovare terreno idoneo. In Italia Daniele Agnoli con la sua rivista “Naturismo”, contrastata da Giuseppe Ghirardelli ANITA che aveva volontà federali e da Claudio Ranieri scopritore del demone tra naturismo e sessualità furono tra i primi antagonisti del periodo della ricostruzione.
Ma la concezione classica del Naturismo è stata sempre sostenuta da René Kiellinger vicepresidente e segretario generale INF FNI, cofondatore dell’UNI non si stancava mai di consigliare agli italiani l’ unità e che ci sono tre ostacoli che impediscono l’unificazione delle organizzazioni naturiste in un paese: i personalismi ossia frizioni fra dirigenti, ci sono persone che credono di essere l’ unico padre infallibile del movimento nel proprio paese, la commercializzazione del movimento per interessi particolari, varie tendenze in relazione al nudismo.
Negli anni 50 il primo a fondare un’associazione naturista in Italia, l’Associazione Gimnosofica Italiana, fu Delio Della Casa. Processato e imprigionato nel 1954 poiché fu aperta arbitrariamente la sua corrispondenza privata e furono trovate fotografie sue e della moglie nudi. Perse il lavoro e la reputazione. In seguito fu assolto il 14/12/1954 perché il fatto non costituiva reato e gli furono restituiti i beni sequestrati. In Italia le prime associazioni, dopo le prime difficoltà, nacquero nella metà degli anni ’60.
L’8 marzo 1964 l’Ing. Nino Monge fondò a Zurigo la nuova Unione Naturisti Italiani, ad Orsera in Jugoslavia naturisti italiani animati da Giuseppe Ghiradelli pensavano di costituire un’organizzazione naturista italiana. Enrico Chiesa, ultraottantenne, aveva iscritto a INF 150 persone, e stimolato da Nino Monge aveva parlato a René Kiellinger per fondare un’associazione italiana.
Da Chiesa, Monge ebbe il nome di Franco Tenti e poi di Tom Operti e poi Kiellinger dopo vari solleciti lo invitò a Zurigo dove stipularono l’atto della nascita dell’ UNI come “Associazione Svizzera tra Naturisti Italiani e Svizzeri Amici dell’ Italia”. La prima assemblea dell’UNI fu fatta a casa di Monge con Tom Operti, Achille Piodi, Franco Tenti, Carlo Garzena e altri. Presidente fu eletto René Kielinger, V.Presidente Michele Monge, Segretario Tom Operti e consiglieri gli altri. Furono vagliati i soci dell’elenco che era venuto in possesso della nuova associazione.
Furono nominati i soci corrispondenti di Milano, Varese, Genova e Zurigo. Nel luglio 1964 al congresso mondiale dell’INF fu accettato che UNI avesse una sede in Svizzera e quindi UNI divenne parte di INF ufficialmente. Tom Operti subentrò alla presidenza UNI nel 1968 e René Kielinger fu fatto Presidente Onorario. Il 17 settembre 1969 con atto notarile sottoscritto da Operti Tomaso, Ribolzi Gianfranco e Ragazzi Guido fu siglato il trasferimento della sede legale dell’UNI in Italia. Sull’atto emerge che il 20 aprile 1969 a Lugano all’ Assemblea della Associazione Svizzera venivano eletti per il triennio 69-71 René Kielinger Presidente Onorario; Tomaso Operti Presidente; Gianfranco Ribolzi Segretario; Luisa Mussa Tesoriere; Michele Monge e Gianni Naddeo consiglieri; Aurelio Ducati e Gino Longo Revisori dei Conti; Pierluigi Panzacchi Revisore Supplente. Tra i vari articoli l’accenno specifico alla nudità integrale e la formazione di sezioni.
L’auspicio alla formazione di una federazione (un’associazione non ha caratteristiche tali per essere federazione). ANITA voleva essere federazione. Si arrivò alla FENAIT con il tempo e la pazienza dell’INF. Il contrasto del gruppo svizzero che avevano paura del passaggio in Italia lasciando la protettiva sede in Svizzera portò la creazione di una sede “fittizia” in via Buniva 10 dove era depositato materiale pubblicitario non elenco soci che era custodito presso lo studio di Operti in via Guicciardini 3.
Iniziò il periodo della crescita Betulle, Saloni delle Vacanze, Gala di Nuoto alla Colletta, Fiore, Ragazzi, Cossino, Moretti, Gnisci, Cerreti, Vironda, Cantamutto.
Al teatro Fregoli, moderatore Eligio Irato, hanno parlato: Agnoli, Ballone, Zebelloni, Operti, Marzano, Giusi Aires, Corino. Tom al Circolo culturale Pannunzio “Naturismo: Tabù, Utopia o Realtà”. Non dimentichiamo Cremilli, Vincenzo e Maria Tauro, Feroldi, Mussa Ivaldi, Costacurta, Melloni. L’affare Della Casa aveva scoraggiato, ma una nuova generazione di uomini forti portò ad una federazione. Operti, Ghiradelli, Mantani, Sperandio. Ricordiamo: Ranieri, Consiglio, Turco, Panzacchi, Bolelli, Laghi, Melloni, Granziera, Chiomento, Verdobbio, Garuglieri, Contini.
Sul prossimo numero sarà riportato integralmente il verbale dell’assemblea dell’UNI, tenutasi il 27 Febbraio 1967 a Lugano, alla presenza della Commissione INF-FNI, dove sono evidenziati i primi momenti dell’ingresso del Naturismo in Italia. .
Di Unione Naturista Italiana se ne parla sul Corriere della Sera del 6 ottobre 1930 dove si legge che il naturismo porta necessariamente al nudismo. L’avv. Prof. Lamberto Paoletti 1881-1954 ideò e costituì l’Unione Naturista Italiana UNI e fondò l’organo ufficiale “L’idea Naturista”, e nel 1933 scrisse “Naturismo: Arte del Vivere” la sua più importante opera.
Un anelito Naturista indirizzato verso la cultura del corpo orientato verso la rigenerazione della razza, che nulla ha che vedere con il nudismo, è comparso nel pensiero di Mussolini che aveva bisogno di gente sana e sobria…. La sfasatura con il suo naturismo Paoletti la capì e mantenne il suo movimento estraneo al regime e ne conservò l’indipendenza.
Nel dopoguerra il naturismo italiano fu la fede di pochi iniziati e il miracolo economico poco ha giovato al movimento. Il consumismo, il permissivismo poco hanno contribuito a far capire i contenuti dell’idea. Anche la liberazione dei costumi messa in atto nel 1968 e altre ideologie, nulla ebbero a che fare con il naturismo italiano (anche se alcuni lo pensarono).
Lo stesso presidente della FFN su La Vie Au Soleil n°39 lug/ago 1975 diceva che “la liberazione dei costumi non è un fenomeno naturista… ognuno è consapevole di ciò che fa e si prenda le proprie responsabilità…. il naturismo ha carattere familiare e questo deve essere rispettato”. In Italia si deve aggiungere che appena saputo del rinascere del naturismo molti orientamenti di non distinti sogni di libertà pensarono di trovare terreno idoneo. In Italia Daniele Agnoli con la sua rivista “Naturismo”, contrastata da Giuseppe Ghirardelli ANITA che aveva volontà federali e da Claudio Ranieri scopritore del demone tra naturismo e sessualità furono tra i primi antagonisti del periodo della ricostruzione.
Ma la concezione classica del Naturismo è stata sempre sostenuta da René Kiellinger vicepresidente e segretario generale INF FNI, cofondatore dell’UNI non si stancava mai di consigliare agli italiani l’ unità e che ci sono tre ostacoli che impediscono l’unificazione delle organizzazioni naturiste in un paese: i personalismi ossia frizioni fra dirigenti, ci sono persone che credono di essere l’ unico padre infallibile del movimento nel proprio paese, la commercializzazione del movimento per interessi particolari, varie tendenze in relazione al nudismo.
Negli anni 50 il primo a fondare un’associazione naturista in Italia, l’Associazione Gimnosofica Italiana, fu Delio Della Casa. Processato e imprigionato nel 1954 poiché fu aperta arbitrariamente la sua corrispondenza privata e furono trovate fotografie sue e della moglie nudi. Perse il lavoro e la reputazione. In seguito fu assolto il 14/12/1954 perché il fatto non costituiva reato e gli furono restituiti i beni sequestrati. In Italia le prime associazioni, dopo le prime difficoltà, nacquero nella metà degli anni ’60.
L’8 marzo 1964 l’Ing. Nino Monge fondò a Zurigo la nuova Unione Naturisti Italiani, ad Orsera in Jugoslavia naturisti italiani animati da Giuseppe Ghiradelli pensavano di costituire un’organizzazione naturista italiana. Enrico Chiesa, ultraottantenne, aveva iscritto a INF 150 persone, e stimolato da Nino Monge aveva parlato a René Kiellinger per fondare un’associazione italiana.
Da Chiesa, Monge ebbe il nome di Franco Tenti e poi di Tom Operti e poi Kiellinger dopo vari solleciti lo invitò a Zurigo dove stipularono l’atto della nascita dell’ UNI come “Associazione Svizzera tra Naturisti Italiani e Svizzeri Amici dell’ Italia”. La prima assemblea dell’UNI fu fatta a casa di Monge con Tom Operti, Achille Piodi, Franco Tenti, Carlo Garzena e altri. Presidente fu eletto René Kielinger, V.Presidente Michele Monge, Segretario Tom Operti e consiglieri gli altri. Furono vagliati i soci dell’elenco che era venuto in possesso della nuova associazione.
Furono nominati i soci corrispondenti di Milano, Varese, Genova e Zurigo. Nel luglio 1964 al congresso mondiale dell’INF fu accettato che UNI avesse una sede in Svizzera e quindi UNI divenne parte di INF ufficialmente. Tom Operti subentrò alla presidenza UNI nel 1968 e René Kielinger fu fatto Presidente Onorario. Il 17 settembre 1969 con atto notarile sottoscritto da Operti Tomaso, Ribolzi Gianfranco e Ragazzi Guido fu siglato il trasferimento della sede legale dell’UNI in Italia. Sull’atto emerge che il 20 aprile 1969 a Lugano all’ Assemblea della Associazione Svizzera venivano eletti per il triennio 69-71 René Kielinger Presidente Onorario; Tomaso Operti Presidente; Gianfranco Ribolzi Segretario; Luisa Mussa Tesoriere; Michele Monge e Gianni Naddeo consiglieri; Aurelio Ducati e Gino Longo Revisori dei Conti; Pierluigi Panzacchi Revisore Supplente. Tra i vari articoli l’accenno specifico alla nudità integrale e la formazione di sezioni.
L’auspicio alla formazione di una federazione (un’associazione non ha caratteristiche tali per essere federazione). ANITA voleva essere federazione. Si arrivò alla FENAIT con il tempo e la pazienza dell’INF. Il contrasto del gruppo svizzero che avevano paura del passaggio in Italia lasciando la protettiva sede in Svizzera portò la creazione di una sede “fittizia” in via Buniva 10 dove era depositato materiale pubblicitario non elenco soci che era custodito presso lo studio di Operti in via Guicciardini 3.
Iniziò il periodo della crescita Betulle, Saloni delle Vacanze, Gala di Nuoto alla Colletta, Fiore, Ragazzi, Cossino, Moretti, Gnisci, Cerreti, Vironda, Cantamutto.
Al teatro Fregoli, moderatore Eligio Irato, hanno parlato: Agnoli, Ballone, Zebelloni, Operti, Marzano, Giusi Aires, Corino. Tom al Circolo culturale Pannunzio “Naturismo: Tabù, Utopia o Realtà”. Non dimentichiamo Cremilli, Vincenzo e Maria Tauro, Feroldi, Mussa Ivaldi, Costacurta, Melloni. L’affare Della Casa aveva scoraggiato, ma una nuova generazione di uomini forti portò ad una federazione. Operti, Ghiradelli, Mantani, Sperandio. Ricordiamo: Ranieri, Consiglio, Turco, Panzacchi, Bolelli, Laghi, Melloni, Granziera, Chiomento, Verdobbio, Garuglieri, Contini.
Sul prossimo numero sarà riportato integralmente il verbale dell’assemblea dell’UNI, tenutasi il 27 Febbraio 1967 a Lugano, alla presenza della Commissione INF-FNI, dove sono evidenziati i primi momenti dell’ingresso del Naturismo in Italia. .