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IL CORPO NUDO di Pino Fiorella
(carpocraziani e protocristiani)
Sulle valenze del corpo nudo e i suoi specifici legami con la
sfera dell’atletica e dell’allenamento si presentano emble-
matici almeno due episodi.
Il primo si svolse nel IV secolo a.C., in occasione dell’incur-
sione contro Sparta operata da un esercito straniero, lo
spartano Isida, al passaggio tra pubertà e virilità, diventa
protagonista di uno straordinario spettacolo, tuffandosi del
tutto nudo nel bel mezzo della mischia, con il corpo unto
come un atleta, brandendo lancia e spada; egli provocò un
lago di sangue tra i nemici non ricevendone alcuna ferita, o
perché era un dio a proteggerlo per il suo valore o perché si
era presentato agli occhi dei nemici quale creatura più
grande di un uomo di normale corporatura. Per questa
impresa fu prima incoronato dagli efori, che però gli inflis-
sero poi una multa di mille dracme, in quanto aveva osato
esporsi al pericolo senza protezione alcuna.
Il secondo episodio riguarda il re spartano Agesilao il quale,
di fronte al ben più numeroso esercito persiano, al fine di
stimolare l’ardore dei propri soldati decise di far sfilare
nudi i prigionieri nemici catturati per dimostrare che i loro
pallidi corpi mai erano stati sottoposti alle fatiche dell’alle-
namento in una palestra greca. In questo caso il corpo
maschile degli spartani, rapportato a quello flaccido dei
persiani, si trasforma in simbolo della superiorità ellenica,
la cui consapevolezza rinsalda il coraggio delle truppe gre-
che, mentre il pallore delle membra dei soldati persiani pri-
gionieri lascia emergere addirittura il fantasma della nega-
tività etica.
Per quando riguarda la nudità atletica di cui si diceva all’i-
nizio, Tucidide e Platone fanno risalire l’introduzione di come quando, prima i Cretesi, poi i Lacedemoni, iniziarono
questo tipo di nudità a un momento di poco antecedente ai la pratica della ginnastica, essa venisse considerata ridicola
loro giorni, individuandone diversamente la responsabilità e dai raffinati di allora, dai cosiddetti asteioi, ovvero interpre-
denunciando, pertanto, le ambiguità in materia di nudità tando il vocabolo, dagli intellettuali urbani legati a un’este-
vigenti presso gli stessi Greci. Tucidide ne “L’Archeologia”, tica del buon gusto che disgiunge il bello dal bene e l’este-
discutendo dell’evoluzione del costume greco, con il sup- tica dall’etica.
porto di una vaga griglia cronologica, riferisce infatti come i Tratto da “Nike. Il gioco della vittoria” di Massimiliano
Lacedemoni fossero stati i primi a denudarsi e, mostrando- Papini – Casa Editrice Electa, Milano, 2003.
si senza vesti in pubblico, a ungersi con olio nelle competi- Nella storia vi sono poi stati altri episodi in cui la pratica
zioni atletiche, mentre, anticamente, anche nei Giochi della nudità era stata osservata in termini religiosi, come gli
Olimpici gli atleti gareggiavano con una fascia che copriva i Apostolici (secoli XII-XIV) i quali, rifacendosi al cristianesi-
genitali, e non sarebbero passati molti anni prima che ces- mo delle origini, quello degli apostoli, appunto, durante la
sassero di portarla. E poco prima Tucidide traccia una som- cerimonia di accettazione si spogliavano integralmente in
maria storia della dinamica progressiva del costume socia- pubblico, uomini e donne promiscuamente, “per seguire
le in cui s’incunea, appunto, la novità della totale nudità nudi il Cristo nudo”. Gli Apostolici, che condannavano la
maschile: in un primo momento, infatti, l’intera Grecia proprietà privata, conducevano una vita fatta di digiuni e
avrebbe portato le armi poiché le abitazioni erano indifese e preghiere.
le reciproche relazioni insicure, un modo condiviso anche Anche gli Adamiti (1418-!421), che predicavano la dottrina
dai barbari. Le armi furono poi abbandonate dagli Ateniesi dei “Fratelli del libero spirito”, vivevano nudi come Adamo
quando, comportandosi in modo più libero, si orientarono ed Eva nell’Eden. Gli Adamiti, che condannavano la pro-
verso costumi più raffinati. E non doveva trascorrere poi prietà privata come gli apostolici, mettevano in comune
molto tempo da quando presso di loro gli anziani del ceto tutto, anche le donne.
ricco dovevano cessare di portare chitoni di lino e fissare COLOMBIA. Ogni anno a Bogotà, in Colombia, sfilano carri
con un nodo i capelli. allegorici con donne a seno nudo, come ha mostrato in tv il
Il passo successivo fu poi intrapreso dagli Spartani, i primo telegiornale, per ricordare le civiltà precolombiane. Anche
ad indossare una veste modesta, e anche i più ricchi adot- durante il carnevale di Rio sfilano le ballerine di samba a
tarono un costume il più possibile simile a quello della seno nudo: non so se l’origine sia la stessa di Bogotà.
massa. Saltando immediatamente dal tema sul modo di CLAUDIO RISE’, psicoanalista e scrittore, nel rispondere
vestire a quello della nudità, Tucidide pare adombrare una sulla rivista “Io donna” ad un padre che scriveva di aver sco-
connessione tra regime di vita austero ed egualitario e perto sul cellulare del figlio delle foto di genitali suoi e dei
nudità atletica, una suggestione prontamente recepita suoi amici e amiche, si è imbattuto a parlare di nudità in
anche da autori moderni. modo del tutto pretestuoso e comunque incomprensibile. Il
L’innovazione consistente dal passaggio da una veste ragazzo, scriveva il lettore, alternava momenti di tristezza e
austera alla nudità è invece ascritta da Platone ai Cretesi, altri di euforia. Ecco la risposta del Risè:
poi recepita dagli Spartani. Platone afferma infatti come “Lo scambio di foto di genitali in voga oggi tra molti adole-
non sia trascorso molto tempo da quando ai greci sembrava scenti è il risultato di molti fattori. Il principale è lo stato di
brutto e ridicolo che gli uomini si facessero vedere nudi, e depressione in cui si trovano, anche quando lo mascherano,
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