La materia messa a nudo
Leggendo il giornale naturista mi sono accorta della mancanza di un vero sguardo sull’arte contemporanea, quando in ogni pagina, in ogni foto, viene spontaneo ad un animo artistico collegarla ad innumerevoli operazioni e performance di artisti contemporanei come ad esempio Vanessa Beecroft o Spencer Tunick.
Mi sembra banale mettere in relazione la filosofia naturista necessariamente con la pittura figurativa quando “l’operazione concettuale” del naturismo, se posso chiamarla così, è molto più affine alla ricerca dell’essenziale, della purezza, del ritorno al primitivo che troviamo molto di più nell’arte astratta, materica, oppure nelle pitture effettuate con “pennello vivente” di Ives Kline, dove il corpo nudo entra in contatto diretto con la tela.
Nell’arte povera è molto simile invece il rapporto con la natura ad esempio nell'opera "Respirare la penombra" di Giuseppe Penone del 1999-2002 che propone al visitatore un intero ambiente di foglie di alloro che emanano il profumo tipico della pianta e avvolgono lo spettatore nel fascino della natura.
Le foglie di alloro sono imballate nella rete metallica e formano, accatastate, una piccola stanza in penombra dove appare un'opera in bronzo che rappresenta la colonna vertebrale collegata a due polmoni umani incisi con superfici di foglie.
E' la vita che riprende a scorrere, a respirare, a vivere nel vento, nel respiro evocato dai polmoni umani e suggerito dal profumo avvolgente dall'alloro.
Ed è proprio questo che sento se penso alle Betulle o qualsiasi altro posto dove ricerchiamo questo particolare dialogo, senza compromessi e costrizioni, tra noi stessi, il nostro corpo, la nostra pelle e la natura.
Nell’arte povera è molto simile invece il rapporto con la natura ad esempio nell'opera "Respirare la penombra" di Giuseppe Penone del 1999-2002 che propone al visitatore un intero ambiente di foglie di alloro che emanano il profumo tipico della pianta e avvolgono lo spettatore nel fascino della natura.
Le foglie di alloro sono imballate nella rete metallica e formano, accatastate, una piccola stanza in penombra dove appare un'opera in bronzo che rappresenta la colonna vertebrale collegata a due polmoni umani incisi con superfici di foglie.
E' la vita che riprende a scorrere, a respirare, a vivere nel vento, nel respiro evocato dai polmoni umani e suggerito dal profumo avvolgente dall'alloro.
Ed è proprio questo che sento se penso alle Betulle o qualsiasi altro posto dove ricerchiamo questo particolare dialogo, senza compromessi e costrizioni, tra noi stessi, il nostro corpo, la nostra pelle e la natura.