Trekking Naturista in Austria
Io e mia moglie abbiamo sempre avuto l’hobby dell’escursionismo, e da quando abbiamo scoperto il naturismo, tre anni fa, il nostro hobby preferito è diventato il trekking naturista. Da allora il nostro sogno è sempre stato quello di trovare una compagnia simpatica, ma seria ed affidabile, con cui praticarlo senza troppi rischi sia legali che di sicurezza.
Quando abbiamo scoperto su internet che c'è un gruppo che lo fa regolarmente, l'abbiamo tenuto d'occhio e appena abbiamo potuto ci siamo associati alla comitiva. Il gruppo fa capo al sito www.naktiv.net e l’iniziativa si chiama NEWT (Naked European Walking Tour).
Nel gruppo c’erano anche alcuni membri dell’APNEL (Association pour la Promotion du Naturisme En Libertè), più altri di varie nazionalità: inglesi, francesi, belgi, olandesi, due neozelandesi, un tedesco e infine noi due, gli unici italiani.
Questa avventura si è svolta tra il 3 e il 9 luglio 2011, e avevamo come punto fermo una casa colonica a Leogang, nel kreis di Zell am See, nel Salisburghese, in Austria.
Ogni giorno si partiva con le macchine per raggiungere il punto di partenza, dove si lasciavano le auto e ci si incamminava sul sentiero o la strada sterrata; appena fuori dalla vista delle case e della strada principale, ci toglievamo tutto e vestiti di sole scarpe e zaino cominciavamo la salita.
I percorsi erano di tutto rispetto: percorrenze medie di una decina di km, con dislivelli tra i 700 e i 1200 m., a volte sentieri, a volte strade carrabili sterrate; si raggiungevano sia passi che cime di monti, spesso anche arrivi di funivie.
Tutto questo in completa nudità, salvo all’arrivo o all’attraversamento di località turistiche affollate. Durante il percorso si incontravano passanti di tutti i generi: singoli, gruppi, famiglie (anche con bambini), giovani, anziani, biker.
La cosa che abbiamo trovato più interessante è stato osservare la reazione delle persone nel vederci nudi lungo la strada. Non neghiamo che al primo incontro abbiamo provato un po’ di paura. Non vergogna, perché eravamo convinti di non fare niente di cui vergognarci, ma paura per le grane giudiziarie e legali a cui pensavamo di andare incontro: avere grattacapi all’estero non dev’essere certo una cosa simpatica. Ma appunto perché non eravamo in Italia, ci facevano notare i nostri amici, potevamo stare sereni, Infatti, vedevamo che gli altri erano tranquilli.
Nel gruppo c’erano anche alcuni membri dell’APNEL (Association pour la Promotion du Naturisme En Libertè), più altri di varie nazionalità: inglesi, francesi, belgi, olandesi, due neozelandesi, un tedesco e infine noi due, gli unici italiani.
Questa avventura si è svolta tra il 3 e il 9 luglio 2011, e avevamo come punto fermo una casa colonica a Leogang, nel kreis di Zell am See, nel Salisburghese, in Austria.
Ogni giorno si partiva con le macchine per raggiungere il punto di partenza, dove si lasciavano le auto e ci si incamminava sul sentiero o la strada sterrata; appena fuori dalla vista delle case e della strada principale, ci toglievamo tutto e vestiti di sole scarpe e zaino cominciavamo la salita.
I percorsi erano di tutto rispetto: percorrenze medie di una decina di km, con dislivelli tra i 700 e i 1200 m., a volte sentieri, a volte strade carrabili sterrate; si raggiungevano sia passi che cime di monti, spesso anche arrivi di funivie.
Tutto questo in completa nudità, salvo all’arrivo o all’attraversamento di località turistiche affollate. Durante il percorso si incontravano passanti di tutti i generi: singoli, gruppi, famiglie (anche con bambini), giovani, anziani, biker.
La cosa che abbiamo trovato più interessante è stato osservare la reazione delle persone nel vederci nudi lungo la strada. Non neghiamo che al primo incontro abbiamo provato un po’ di paura. Non vergogna, perché eravamo convinti di non fare niente di cui vergognarci, ma paura per le grane giudiziarie e legali a cui pensavamo di andare incontro: avere grattacapi all’estero non dev’essere certo una cosa simpatica. Ma appunto perché non eravamo in Italia, ci facevano notare i nostri amici, potevamo stare sereni, Infatti, vedevamo che gli altri erano tranquilli.
Qualcuno si fermava a parlare con le persone che incontravamo, e, parlando in inglese, provava a fare qualche specie di intervista. Anzi c’era tra noi uno dell’APNEL con tanto di telecamera e microfono che faceva interviste vere e proprie, con anche l’interprete che traduceva in francese dal tedesco o dall’inglese le opinioni delle persone fermate.
Noi non riuscivamo a capire tutto, ma dal quel po’ che riuscivamo ad interpretare, avvalorati anche dalle facce sorridenti e dalle espressioni per nulla scandalizzate degli intervistati, capivamo che predominavano frasi di approvazione o di consenso.
Anche le persone non fermate dalle interviste ci inviavano battute scherzose, tipo: «beati voi che state freschi!», o «se trovo le mutande che avete perso ve le porto!», ma il tutto sempre ridendo. Gli unici atteggiamenti dei po’ più “neutri” ci pare fossero quelli delle famiglie coi bambini, che raramente ci dicevano qualcosa.
Comunque, guardando il comportamento dei bambini possiamo dire che non ci facevano caso, questo ci pare che la dice lunga per quanti osteggiano il naturismo e la nudità in genere mostrata ai bambini.
Naturalmente ci sono stati posti dove ci hanno chiesto di metterci i calzoncini, in prossimità di centri turistici o rifugi affollati, ma mai con tono di rimprovero, di disapprovazione o di scandalo come mi sarei aspettato in Italia.
È’ successo addirittura che giunti all’arrivo della funivia a Hochzelleralm, al ristorante, a cui per rispetto siamo arrivati con i calzoncini, i gestori ci hanno detto che non c’erano problemi a metterci in libertà; ci siamo così tutti spogliati, anche davanti ai clienti presenti, che per la verità non facevano caso più di tanto a noi. Prima di andarcene gli stessi gestori ci hanno chiesto di fare una foto di gruppo con loro vestiti in mezzo a noi nudi. Una volta non neghiamo che ce la siamo vista brutta.
È’ stato al Römersattel dove, dopo aver attraversato una zona militare in cui erano in corso le esercitazioni (attraversamento effettuato dietro scorta militare, ma sempre nudi), mentre mangiavamo in una zona indicata dai militari, sono arrivate tre auto e un cellulare della Polizia Federale; a quella vista ci siamo detti: «Ecco, adesso ci portano via…». Il nostro amico tedesco è andato a parlare con loro, e gli ha spiegato i motivi e le intenzioni del nostro gruppo.
Naturalmente non sentivamo e non capivamo cosa si dicevano, però possiamo dire che i poliziotti non hanno dimostrato nessuna espressione contrariata, anzi avevano espressioni tranquille e sorridenti; alla fine ci hanno invitato a rivestirci, «perché nei boschi potete girare nudi, ma qui no», in quanto era in atto un’esercitazione militare e a poca distanza da lì c’era la postazione fissa dei militari, una stazione turistica, villette, ecc.
Un'altra esperienza interessante è stato il giorno in cui al nostro gruppo si sono aggregati un giornalista e un fotografo della redazione locale di un giornale nazionale: il Kurier. Il giornalista non ha perso l’occasione per fare la sua prima esperienza naturista, mentre il fotografo non s’è spogliato (chissà perché !). Il giornalista era sempre con il block notes in mano intento a scrivere le opinioni, le motivazioni e le esperienze esposte da ciascuno di noi.
Per chi vuole leggersi l’articolo del Kurier e tradurselo (è in tedesco), fornisco il link: http://kurier.at/nachrichten/4063262.php.
Ci sarebbero tante altre cose da raccontare, come le avventure per capirci in quella Babele di lingue, l’allegria che dominava sia in cucina, nel preparare i cibi secondo le varie tradizioni nazionali, sia a tavola, dove si stava un po’ stretti ma sempre di buon umore, sia dopo cena, quando tra una canzone e l’altra nelle varie lingue, ci si riuniva per programmare il giorno successivo o per guardare foto e filmati; tutti questi momenti erano naturalmente vissuti in completa nudità.
Concludendo possiamo dire di aver veramente passato una settimana da sogno, perché crediamo che una vacanza così in Italia, al momento, ce la possiamo solo sognare!
Noi non riuscivamo a capire tutto, ma dal quel po’ che riuscivamo ad interpretare, avvalorati anche dalle facce sorridenti e dalle espressioni per nulla scandalizzate degli intervistati, capivamo che predominavano frasi di approvazione o di consenso.
Anche le persone non fermate dalle interviste ci inviavano battute scherzose, tipo: «beati voi che state freschi!», o «se trovo le mutande che avete perso ve le porto!», ma il tutto sempre ridendo. Gli unici atteggiamenti dei po’ più “neutri” ci pare fossero quelli delle famiglie coi bambini, che raramente ci dicevano qualcosa.
Comunque, guardando il comportamento dei bambini possiamo dire che non ci facevano caso, questo ci pare che la dice lunga per quanti osteggiano il naturismo e la nudità in genere mostrata ai bambini.
Naturalmente ci sono stati posti dove ci hanno chiesto di metterci i calzoncini, in prossimità di centri turistici o rifugi affollati, ma mai con tono di rimprovero, di disapprovazione o di scandalo come mi sarei aspettato in Italia.
È’ successo addirittura che giunti all’arrivo della funivia a Hochzelleralm, al ristorante, a cui per rispetto siamo arrivati con i calzoncini, i gestori ci hanno detto che non c’erano problemi a metterci in libertà; ci siamo così tutti spogliati, anche davanti ai clienti presenti, che per la verità non facevano caso più di tanto a noi. Prima di andarcene gli stessi gestori ci hanno chiesto di fare una foto di gruppo con loro vestiti in mezzo a noi nudi. Una volta non neghiamo che ce la siamo vista brutta.
È’ stato al Römersattel dove, dopo aver attraversato una zona militare in cui erano in corso le esercitazioni (attraversamento effettuato dietro scorta militare, ma sempre nudi), mentre mangiavamo in una zona indicata dai militari, sono arrivate tre auto e un cellulare della Polizia Federale; a quella vista ci siamo detti: «Ecco, adesso ci portano via…». Il nostro amico tedesco è andato a parlare con loro, e gli ha spiegato i motivi e le intenzioni del nostro gruppo.
Naturalmente non sentivamo e non capivamo cosa si dicevano, però possiamo dire che i poliziotti non hanno dimostrato nessuna espressione contrariata, anzi avevano espressioni tranquille e sorridenti; alla fine ci hanno invitato a rivestirci, «perché nei boschi potete girare nudi, ma qui no», in quanto era in atto un’esercitazione militare e a poca distanza da lì c’era la postazione fissa dei militari, una stazione turistica, villette, ecc.
Un'altra esperienza interessante è stato il giorno in cui al nostro gruppo si sono aggregati un giornalista e un fotografo della redazione locale di un giornale nazionale: il Kurier. Il giornalista non ha perso l’occasione per fare la sua prima esperienza naturista, mentre il fotografo non s’è spogliato (chissà perché !). Il giornalista era sempre con il block notes in mano intento a scrivere le opinioni, le motivazioni e le esperienze esposte da ciascuno di noi.
Per chi vuole leggersi l’articolo del Kurier e tradurselo (è in tedesco), fornisco il link: http://kurier.at/nachrichten/4063262.php.
Ci sarebbero tante altre cose da raccontare, come le avventure per capirci in quella Babele di lingue, l’allegria che dominava sia in cucina, nel preparare i cibi secondo le varie tradizioni nazionali, sia a tavola, dove si stava un po’ stretti ma sempre di buon umore, sia dopo cena, quando tra una canzone e l’altra nelle varie lingue, ci si riuniva per programmare il giorno successivo o per guardare foto e filmati; tutti questi momenti erano naturalmente vissuti in completa nudità.
Concludendo possiamo dire di aver veramente passato una settimana da sogno, perché crediamo che una vacanza così in Italia, al momento, ce la possiamo solo sognare!