Alla conquista di San Vincenzo
Siamo partiti in due auto, e, come spesso succede tra noi naturisti, solo la sera prima si è capito definitivamente in quanti eravamo e come saremmo partiti. Il giovedì all'ora di pranzo eravamo già in spiaggia con la bandiera di Anita issata su un lungo ramo a mo’ di faro. In spiaggia Cristiano salutava tutti e presentava al resto della truppa decine di persone al giorno, gente delle vicinanze, principalmente della Toscana, ma anche del resto d’ Italia.
Dopo la prima giornata, è stato chiaro che la vacanza era piu’ orientata sul versante abbronzatura e gastronomia piuttosto che sul contatto con la cultura o la bella natura di quelle zone. Parola d'ordine: Relax. Arrivare alla boa, corrispondeva arrivare in Corsica. Andare a fare la doccia al baracchino pubblico, quasi un viaggio esotico.
Si è stati li’ in spiaggia, chiacchiere in libertà su politica, prince Albert, economia… e enigmistica.
Ma anche li’ in spiaggia la gastronomia la faceva da padrona. Alle 11 si cominciava a pensare cosa pranzare, all’ una si era sotto un maestoso e frondoso albero alla Locanda Oceano mare; appena una pausa, che si protraeva fino alle 16, ora in cui ci rivedevano i bagnanti e i digiunatori, giusto in tempo per organizzarsi per la cena. Nella mia breve ma intensa esperienza di gruppi naturisti posso dire che la differenza fra tessili e scostumati non è tanto quel poco di stoffa, ma l’ approccio alla tavola. Tutti i naturisti soffrono di fame atavica. Tavole imbandite assistono allibite al trasferimento di cibo dai piatti alle pance di nudi Pantagruel.
Qualche buontempone trova che non siano i nudisti che sono “mangioni” , ma i “mangioni” che si sono evoluti in nudisti: in questo modo evitano di spendere troppo in capi che dopo una sola stagione non potrebbero piu’ indossare. Torniamo alla spiaggia: il nido dell’ aquila è un tratto dell’ arenile di San Vincenzo; una parte di questo è ufficialmente riconosciuto come spiaggia nudista. La spiaggia è profonda una trentina di metri, la sabbia scura, grossa, subito a ridosso inizia una bella pineta.
La parte nudista si stende per 500 metri, a sinistra e a destra tessili, ma tessili tranquilli, persone gentili. A sinistra, da dove si sbuca venendo dalla locanda (passando per le gradite docce) c’ è il bagnino d’ ordinanza, dopo pochi metri si incontra l’ indicazione di inizio della spiaggia nudista.
Su una parte del bagnasciuga l’ entrata in acqua è resa poco agevole da un lastrone di pietra che per i piu’ fantasiosi è la vecchia litoranea costruita dai romani, per tutti gli altri, solo un piccolo ostacolo da superare per arrivare ad un mare di solito bello e pulito (niente Sardegna, niente Salento, ma un bello e onesto Tirreno).
Dopo pochi metri l’ acqua si fa subito profonda, non è il massimo per i bambini, diciamocelo! I nuotatori invece ringraziano e si beano per l’ immediata possibilità di nuotare a pochi metri dalla riva. La frequentazione: uno dei punti delicati degli arenili nudisti.
Le nostre spiagge, di solito, sono isolate e “ non riconosciute” , per cui a tanti fantasisti e ostinati connazionali pare normale infastidire singoli e coppie, solo perché sono frequentatori di spiagge nudiste. Ebbene al nido non è cosi’ .
Certo il “ fantasista” ci può pure arrivare, ma trova spesso gruppi di persone che fanno comunità e quindi sono difficilmente “ attaccabili” . Essendo poi una spiaggia riconosciuta, nel momento in cui il “ fantasista” si attiva, si possono sempre chiamare le forze dell’ ordine perché una volta tanto invece di multare noi, queste tutelano sul serio il cittadino. E’ pure questo il motivo che ci farà organizzare le ferie estive proprio li’ .
Sei sulla TUA spiaggia e fai capire agli imprenditori della zona che il nudismo è una grande opportunità di crescita economica (oltre che culturale) per tutta l’ area. Rispetto alla cultura, ci sono varie cose belle e interessanti vicino San Vincenzo, noi (oltre ad addentrarci nella cucina toscana) abbiamo visitato la ricostruzione di una barca etrusca, con una guida di eccezione: il curatore del sito, nonché amico nudista del nido dell’ aquila...
Si è stati li’ in spiaggia, chiacchiere in libertà su politica, prince Albert, economia… e enigmistica.
Ma anche li’ in spiaggia la gastronomia la faceva da padrona. Alle 11 si cominciava a pensare cosa pranzare, all’ una si era sotto un maestoso e frondoso albero alla Locanda Oceano mare; appena una pausa, che si protraeva fino alle 16, ora in cui ci rivedevano i bagnanti e i digiunatori, giusto in tempo per organizzarsi per la cena. Nella mia breve ma intensa esperienza di gruppi naturisti posso dire che la differenza fra tessili e scostumati non è tanto quel poco di stoffa, ma l’ approccio alla tavola. Tutti i naturisti soffrono di fame atavica. Tavole imbandite assistono allibite al trasferimento di cibo dai piatti alle pance di nudi Pantagruel.
Qualche buontempone trova che non siano i nudisti che sono “mangioni” , ma i “mangioni” che si sono evoluti in nudisti: in questo modo evitano di spendere troppo in capi che dopo una sola stagione non potrebbero piu’ indossare. Torniamo alla spiaggia: il nido dell’ aquila è un tratto dell’ arenile di San Vincenzo; una parte di questo è ufficialmente riconosciuto come spiaggia nudista. La spiaggia è profonda una trentina di metri, la sabbia scura, grossa, subito a ridosso inizia una bella pineta.
La parte nudista si stende per 500 metri, a sinistra e a destra tessili, ma tessili tranquilli, persone gentili. A sinistra, da dove si sbuca venendo dalla locanda (passando per le gradite docce) c’ è il bagnino d’ ordinanza, dopo pochi metri si incontra l’ indicazione di inizio della spiaggia nudista.
Su una parte del bagnasciuga l’ entrata in acqua è resa poco agevole da un lastrone di pietra che per i piu’ fantasiosi è la vecchia litoranea costruita dai romani, per tutti gli altri, solo un piccolo ostacolo da superare per arrivare ad un mare di solito bello e pulito (niente Sardegna, niente Salento, ma un bello e onesto Tirreno).
Dopo pochi metri l’ acqua si fa subito profonda, non è il massimo per i bambini, diciamocelo! I nuotatori invece ringraziano e si beano per l’ immediata possibilità di nuotare a pochi metri dalla riva. La frequentazione: uno dei punti delicati degli arenili nudisti.
Le nostre spiagge, di solito, sono isolate e “ non riconosciute” , per cui a tanti fantasisti e ostinati connazionali pare normale infastidire singoli e coppie, solo perché sono frequentatori di spiagge nudiste. Ebbene al nido non è cosi’ .
Certo il “ fantasista” ci può pure arrivare, ma trova spesso gruppi di persone che fanno comunità e quindi sono difficilmente “ attaccabili” . Essendo poi una spiaggia riconosciuta, nel momento in cui il “ fantasista” si attiva, si possono sempre chiamare le forze dell’ ordine perché una volta tanto invece di multare noi, queste tutelano sul serio il cittadino. E’ pure questo il motivo che ci farà organizzare le ferie estive proprio li’ .
Sei sulla TUA spiaggia e fai capire agli imprenditori della zona che il nudismo è una grande opportunità di crescita economica (oltre che culturale) per tutta l’ area. Rispetto alla cultura, ci sono varie cose belle e interessanti vicino San Vincenzo, noi (oltre ad addentrarci nella cucina toscana) abbiamo visitato la ricostruzione di una barca etrusca, con una guida di eccezione: il curatore del sito, nonché amico nudista del nido dell’ aquila...