Il naturismo, le oasi protette,i parchi naturalistici,le riserve marine, ecc
L’idea di trattare questo argomento mi è venuta leggendo l’articolo pubblicato su “Repubblica” che parlava della spiaggia della Bassona del Lido di Dante (Ravenna). “Prima domenica di giugno, quella dell’addio”, scriveva il quotidiano.
L’addio si riferiva a quello che i naturisti stavano dando domenica 5 giugno 2011 alla storica spiaggia della Bassona dopo il divieto imposto dal Sindaco di Ravenna.
La Bassona è sempre stata una spiaggia speciale, con i suoi 3 km di lunghezza tra il Lido di Dante e la foce del fiume Bevano a un’ora di macchina da Bologna dove già negli anni ’60 e ’70 erano arrivati i primi naturisti. “Spiaggia vera, come lo erano quelle dell’intera Romagna”, continuava l’articolo, “prima che arrivassero le pensioni, gli hotel, le pizzerie, a spianare le dune e a tagliare pinete secolari.
Le dune ci sono ancora, alla Bassona, e a primavera ci fioriscono le orchidee. Non a caso quei 3 km di spiaggia sono stati inseriti da “Legambiente” fra le 11 spiagge più belle d’Italia”. Di tutto questo, però, nessuno potrà più goderne.
L’attuale Sindaco di Ravenna, che aveva promesso di vietare la pratica nudista alla Bassona, l’ha avuta vinta sul nudismo al Lido di Dante dopo una lotta durata 5 anni, ciò nonostante la concessione di 1,5 km di spiaggia data dal Sindaco precedente nel 2002, e nonostante vi siano due mega campeggi e centinaia di appartamenti che per l’80% sono utilizzati dai naturisti, e nonostante una cospicua quota di turisti stranieri, soprattutto olandesi, tedeschi e francesi che in futuro si terranno alla larga dal Lido di Dante, con grave danno per l’economia della zona.
E pensare che nel 2006 la Regione Emilia Romagna aveva approvato una legge che permetteva, e permette tuttora il naturismo. “Ma poiché l’Azzeccagarbugli non vive solo ne I Promessi Sposi manzoniani”, scriveva ancora Repubblica, “proprio questa legge, voluta dai naturisti, è servita a far sloggiare chi ama il sole integrale. La legge 26 dice infatti che le zone per naturisti devono essere recintate e avere i bagni a disposizione.
Ma poiché la Bassona è giustamente oasi protetta, ultimo baluardo della Romagna che fu, c’è il divieto esplicito di costruire qualsiasi manufatto, come appunto i bagni e le recinzioni. Da qui i controlli della Forestale, che permettono il passaggio ma non la sosta, e multano chiunque si azzardi, dopo un eventuale bagno, a stendersi 10 minuti al sole per asciugarsi”.
Come dicevo sopra, però, di una delle 11 spiagge più belle d’Italia, nessuno potrà più goderne, perché, per scacciare la “malapianta” del nudismo, neanche i cosiddetti tessili potranno più usufruire di questo autentico paradiso, visto che si può solo passeggiare e non fermarsi, pena una multa di 50 euro come stabilito dalla Giunta Comunale di Ravenna.
Questo fatto mi fatto fare alcune considerazioni, che non vogliono essere una provocazione, ma una constatazione amara sul come viene intesa la salvaguardia dell’ambiente.
Preservare il nostro habitat, come tutti sanno, è per il naturismo un imperativo d’obbligo, anche secondo quanto recita la nota definizione di Agde del 1974 laddove dice che bisogna vivere in armonia con la natura, nel rispetto di se stessi e degli altri.
La Bassona è sempre stata una spiaggia speciale, con i suoi 3 km di lunghezza tra il Lido di Dante e la foce del fiume Bevano a un’ora di macchina da Bologna dove già negli anni ’60 e ’70 erano arrivati i primi naturisti. “Spiaggia vera, come lo erano quelle dell’intera Romagna”, continuava l’articolo, “prima che arrivassero le pensioni, gli hotel, le pizzerie, a spianare le dune e a tagliare pinete secolari.
Le dune ci sono ancora, alla Bassona, e a primavera ci fioriscono le orchidee. Non a caso quei 3 km di spiaggia sono stati inseriti da “Legambiente” fra le 11 spiagge più belle d’Italia”. Di tutto questo, però, nessuno potrà più goderne.
L’attuale Sindaco di Ravenna, che aveva promesso di vietare la pratica nudista alla Bassona, l’ha avuta vinta sul nudismo al Lido di Dante dopo una lotta durata 5 anni, ciò nonostante la concessione di 1,5 km di spiaggia data dal Sindaco precedente nel 2002, e nonostante vi siano due mega campeggi e centinaia di appartamenti che per l’80% sono utilizzati dai naturisti, e nonostante una cospicua quota di turisti stranieri, soprattutto olandesi, tedeschi e francesi che in futuro si terranno alla larga dal Lido di Dante, con grave danno per l’economia della zona.
E pensare che nel 2006 la Regione Emilia Romagna aveva approvato una legge che permetteva, e permette tuttora il naturismo. “Ma poiché l’Azzeccagarbugli non vive solo ne I Promessi Sposi manzoniani”, scriveva ancora Repubblica, “proprio questa legge, voluta dai naturisti, è servita a far sloggiare chi ama il sole integrale. La legge 26 dice infatti che le zone per naturisti devono essere recintate e avere i bagni a disposizione.
Ma poiché la Bassona è giustamente oasi protetta, ultimo baluardo della Romagna che fu, c’è il divieto esplicito di costruire qualsiasi manufatto, come appunto i bagni e le recinzioni. Da qui i controlli della Forestale, che permettono il passaggio ma non la sosta, e multano chiunque si azzardi, dopo un eventuale bagno, a stendersi 10 minuti al sole per asciugarsi”.
Come dicevo sopra, però, di una delle 11 spiagge più belle d’Italia, nessuno potrà più goderne, perché, per scacciare la “malapianta” del nudismo, neanche i cosiddetti tessili potranno più usufruire di questo autentico paradiso, visto che si può solo passeggiare e non fermarsi, pena una multa di 50 euro come stabilito dalla Giunta Comunale di Ravenna.
Questo fatto mi fatto fare alcune considerazioni, che non vogliono essere una provocazione, ma una constatazione amara sul come viene intesa la salvaguardia dell’ambiente.
Preservare il nostro habitat, come tutti sanno, è per il naturismo un imperativo d’obbligo, anche secondo quanto recita la nota definizione di Agde del 1974 laddove dice che bisogna vivere in armonia con la natura, nel rispetto di se stessi e degli altri.